23.12.05

Alaska, vince l'ambiente

Le trivellazioni nel Parco nazionale artico non si faranno. Per ora.

Orsi polari, caribù e le altre specie che vivono nel Parco nazionale artico possono tirare un sospiro di sollievo: le trivellazioni petrolifere in questo angolo incontaminato dell’Alaska non si faranno, almeno per ora. Ieri il Senato statunitense ha tolto il progetto dalla legge di spesa militare al quale era stato allegato – con una mossa spregiudicata – dal senatore repubblicano dell’Alaska Ted Stevens, che da 25 anni si batte affinché il piano di estrazione vada in porto. Per soli tre voti, la maggioranza repubblicana non è riuscita a superare la manovra ostruzionistica dei democratici, che hanno minacciato di bloccare i lavori parlamentari in caso di approvazione del provvedimento. Una prassi codificata dal Congresso, che per essere neutralizzata ha bisogno di 60 voti su 100: ma stavolta ce n’erano solo 57 disponibili. Di fatto, pur essendoci una maggioranza di senatori favorevoli alle trivellazioni nel Parco, il piano è stato respinto.
A favorire il blocco del provvedimento al Senato è stato il risentimento di molti democratici (e di qualche repubblicano) per la spregiudicatezza mostrata da Stevens nel legare la questione a una legge di spesa militare. Un must-pass bill, ovvero un provvedimento che il Congresso di una nazione in guerra non può permettersi di bocciare. La legge tornerà ora alla Camera dei rappresentanti, ma spogliata della parte sull’Alaska: nelle intenzioni di Stevens, i futuri proventi delle trivellazioni avrebbero finanziato gli sforzi militari in Iraq e Afghanistan, nonché la ricostruzione delle aree colpite dagli uragani Katrina e Rita. Era chiaro a tutti che quello di Stevens era un sotterfugio per far approvare il controverso piano senza una vera e propria discussione sul merito. “Il nostro esercito in questo momento è ostaggio della questione delle trivellazioni nell’Artico”, ha tuonato in aula il leader democratico al Senato, Harry Reid. “Se cediamo a questa tattica, il prossimo anno ci sarà qualche altro progetto controverso allegato alla legge di spesa militare”, gli ha fatto eco il senatore Joseph Lieberman, candidato alla vicepresidenza nel 2000.
Per le lobby ambientaliste, il verdetto del Senato è indubbiamente una vittoria. Tutti sono però consapevoli che il successo è temporaneo e la questione delle trivellazioni è solo rimandata.

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