15.1.06

Evo non mette la cravatta

“Non mi metterò mai la cravatta”. Questo è quello che Morales ha tenuto subito a far sapere ai suoi interlocutori, prima di iniziare i viaggi presidenziali e discutere con i vari capi di Stato latino americani e non. Non mettere la cravatta significa non fare parte della vecchia classe dirigente, quella formata dai “politicanti di professione”, e soprattutto dare un’immagine nuova del presidente della Repubblica Boliviana.
Sorprendenti sono agli occhi degli elettori gli interventi che Morales ha promesso non appena insediato negli uffici presidenziali: ridurre della metà gli stipendi dei legislatori, compreso il suo. “Il ricavato sarà utilizzato -ha detto Morales- per un fondo comune destinato a finanziare i programmi pubblici alla sanità e all’istruzione”. Proprio per questo motivo il neo presidente si è recato a Cuba dove ha incontrato Fidel Castro. Alla fine della giornata di colloqui, il leader del Movimento al Socialismo è riuscito a concludere un importante accordo: diversi maestri cubani si trasferiranno per un periodo di tempo in Bolivia e cercheranno di combattere l’analfabetismo con i loro metodi sviluppati nel corso degli anni seguenti alla rivoluzione dei “barbudos”. Ma non solo. Grazie alla stima e all’amicizia reciproca, Castro invierà a La Paz alcuni medici cubani, in particolare oftalmici, che si preoccuperanno di formare i medici boliviani e allo stesso tempo opereranno i pazienti più urgenti. Ma Castro, che per l’appuntamento con Morales ha indossato un caschetto da minatore, ha anche voluto metter in guardia Morales, da eventuali attentati: “Te lo dice uno che è sopravvissuto ad almeno 100 tentativi di omicidio”.

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