26.2.06

Morte di un clandestino a Milano

Sabato 4 febbraio alle 10.45 due marescialli in borghese della sezione Catturandi si sono recati nella casa di Miguel Contreras in via Monte Lungo per condurlo a San Vittore, dove avrebbe dovuto scontare una pena di 4 mesi per violazione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione, per poi essere deportato nel suo paese natale, il Perù. Miguel Contreras, secondo la versione ufficiale, ha cercato di fuggire dalla finestra, ma la grondaia a cui era attaccato è ceduta e si è schiantato a terra, morendo. L’unica testimone del fatto, oltre ai due carabinieri, una ragazza sudamericana è stata poi subito condotta in caserma per il rimpatrio coatto poiché clandestina. Se le cose siano andate come dicono i carabinieri o se invece Miguel sia stato spinto giù durante una colluttazione, o magari abbia avuto un “malore attivo”, non cambia molto le loro responsabilità. La deportazione nella propria nazione di provenienza, dopo essere rinchiusi in quei lager chiamati CPT, solo perché non si ha quel foglio di carta, che è il permesso di soggiorno, è per i migranti una condanna ad una vita di povertà, se non addirittura alla morte nel caso di quelli che scappano da paesi in guerra, come il Sudan e l’Iraq. E’ per questo che i clandestini per sfuggire a controlli e retate sono pronti a rischiare tutto, anche la vita. Nonostante questo e consapevoli di ciò sbirri, carabinieri ma anche vigili urbani, controllori e crocerossini fanno il loro sporco lavoro di collaborazionisti nelle retate antiimmigrati, nell’applicazione delle leggi razziste e nella gestione dei Campi di Permanenza Temporanea.


NO BANDERAS, NO FRONTERAS, NO DISIGUALDAD!!!!!

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