3.2.08

Human Rights Watch

Il rapporto 2008 di Human Rights Watch si concentra sul doppio gioco dell'Occidente verso i Paesi alleati.

Non solo guerre, torture, persecuzioni giudiziarie. Sullo stato attuale delle violazioni dei diritti umani, nel suo rapporto annuale Human Rights Watch sceglie questa volta di concentrarsi sulla fretta con cui l'Occidente dà il loro benestare a elezioni tutt'altro che democratiche, se queste avvengono in Paesi alleati. “Accettano elezioni irregolari per scopi politici”, scrive l'organizzazione umanitaria nel suo “Rapporto sul mondo 2008”. “Permettendo ad autocrati di apparire democratici, senza esigere da loro il rispetto dei diritti civili e politici che danno un senso alla democrazia, Usa, Ue e altre importanti democrazie rischiano di danneggiare i diritti umani in tutto il mondo”.
Violazioni democratiche. Dal Pakistan alla Giordania, dalla Nigeria alla Thailandia, nel 2007 “troppi governi hanno agito come se il solo fatto di andare al voto basti a definire democratica una nazione, e Washington, Bruxelles e altre capitali europee hanno accettato il loro gioco”, si legge nel documento di Hrw. “Oggi è troppo facile per gli autocrati cavarsela con una democrazia-truffa”, ha detto Kenneth Roth, il direttore dell'organizzazione. “Questo succede perché troppi governi occidentali insistono per tenere elezioni ma poi si fermano lì. Non mettono pressione affinchè vengano garantiti i diritti umani che rendono una democrazia funzionante – una stampa libera, il diritto di riunione e una società civile che possa davvero sfidare il potere”. In particolare, denuncia Hrw, l'Occidente si comporta così per paura di perdere l'accesso a risorse energetiche o l'appoggio nella guerra al terrorismo. “Sembra che Washington e i governi europei siano disposti ad accettare anche l'elezione più sospetta, se il 'vincitore' è un alleato strategico o commerciale”, dice Roth. L'esempio più clamoroso, secondo Hrw, è l'assegnazione al Kazakistan della presidenza dell'Organizzazione per al sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) nel 2010: l'organismo che dovrebbe promuovere la democrazia e i diritti umani sarà diretto per dodici mesi da uno Stato – con riserve strategiche di petrolio e gas – dove il presidente Nursultan Nazarbayev controlla tutti i seggi del Parlamento.

Diritti umani. Oltre alle mezze democrazie, il 2007 ha però riproposto anche violazioni dei diritti umani nel senso più classico. Dei 75 Paesi esaminati dal rapporto, Hrw segnala in particolare “atrocità” in Ciad, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Iraq, Somalia, Sri Lanka e Sudan, mentre l'organizzazione parla di “società chiuse o grave repressione” in Birmania, Cina, Cuba, Eritrea, Libia, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita e Vietnam. Di abusi si sono macchiati anche i Paesi occidentali nell'ambito della guerra al terrorismo: sotto accusa ci sono Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.


La crisi dimenticata. Oltre alla perenne gravità della situazione della regione sudanese del Darfur, Human Rights Watch segnala come crisi umanitaria in peggioramento quella dell'Ogaden, la regione a maggioranza somala nel sud-est dell'Etiopia, che quest'anno è stata teatro di sanguinosi combattimenti tra ribelli del “Fronte di liberazione nazionale dell'Ogaden” e forze armate di Addis Abeba. “Una tragedia dimenticata, dove milioni di persone stanno soffrendo”, scrive Hrw, anche perché vaste zone della regione sono ormai interdette alle agenzie umanitarie.

Peacereporter






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