9.3.08

50 anni e non sentirli.



Fu progettato da Gerald Holtom in occasione di una marcia per il disarmo nucleare da Londra ad Aldemastor, nel marzo del 1958.

Il marchio per il Nuclear Desarmement compie cinquant'anni e, in una società così ingorda di immagini da essere capace di metabolizzare e espellere tutto nel giro di poche ore, a volte minuti, si può dire che sia una bella età . Segno che ha fatto bene il suo lavoro, vien da dire, dato che la "zampa di gallina" è simbolo universalmente noto, amato da molti ma anche temuto e osteggiato da tanti altri.
Il marchio ND, per fare un po' di storia, fu in occasione di una marcia per il disarmo nucleare da Londra ad Aldemastor, nel marzo del 1958. Nel corso degli anni è stato variamente interpretato come un albero rovesciato o come l'impronta della zampa di un uccellino (o di gallina, appunto!), ma anche come un segno "satanista" o come l'immagine ieratica di un Cristo dolente con le braccia abbassate.
La spiegazione di Gerald Holtom, designer che aveva studiato al Royal College of Art di Londra, era in realtà più semplice, anche se di difficile decifrazione in assenza di competenze specifiche.
I segni interni al cerchio (che significherebbe "totalità") rappresentano la D e la N (Nuclear Disarmement) secondo il codice di segnalazione marittimo. Naturalmente poi la decodificazione narrativa dei simboli è affare di lana caprina e rischia di diventare un passatempo ozioso per addetti ai lavori. Non crediamo infatti che tutti quelli che si sono appuntati sul bavero della giacca la spilla o il botton, oppure che hanno alzato la bandiera del ND, se ne siano chiesti il significato.
In questo caso, come in molti altri, 'autoreferenzialità della grafica ha preso il sopravvento sulla natura retorico-narrativa del simbolo. Un caso esemplare in cui il "conoscere" è completamente un "riconoscere" e dove la forza del segno si è mantenuta intatta attraverso la reiterazione e l'enfatizzazione dell'uso.
Come ogni artefatto grafico "di successo" il marchio ND ha dato inizio, infatti, ad una completa mitologia grafica, con le imitazioni, le parafrasi, il moltiplicarsi delle metafore. Un artista toscano, Sergio Traquandi, lo ha cotto in forno come un pane e ha trasferito nel titolo dell'opera il suo significato etico e politico ("Questo pane che ho cotto nel 1991 è ancora buono"); il grafico forse più noto di quelle generazioni, Neville Brody, cercò negli anni ottanta di ridefinirne in maniera più trendy, si potrebbe dire, la forma. Ma i simboli non si piegano facilmente alle mode, nemmeno a quelle grafiche, e il marchio ND ha continuato a vivere nella vecchia, buona, cara versione di Gerald Holtom, magari graffiato sui muri o dipinto con bombolette spray, ma senza cedere di un millimetro a tentazioni pericolose di redesign.
Il primo distintivo prodotto con il marchio era realizzato in ceramica e, nella nota di accompagnamento al gadget, si precisava che, in caso di guerra atomica, sarebbe stato tra i pochi manufatti umani "a resistere all'inferno nucleare".
Il simbolo ND è stato usato e abusato e, fin dalla sua nascita nel 1958, è stato il simbolo pacifista più diffuso. "Make love not war!", ricordate?


Peacereporter


IO CONTINUO A CREDERE E SOSTENERE CHE QUESTO SIMBOLO RAPPRESENTI UN UOMO E UNA DONNA MENTRE FANNO L'AMORE!!!

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