19.3.08

Tibet



19 morti questa mattina nel Gansu, secondo il governo tibetano in esilio.

Norbu Phurwagoen, 15 anni, Lhundup Tsomo Jigjetsang, 17 anni, Sangay, 18 anni, Tashi, 27 anni, Tsezin Totsang, 30 anni. E poi una donna, e un monaco. E altri ancora. Sono alcuni dei venti tibetani uccisi dalla polizia cinese domenica scorsa durante una manifestazione avvenuta davanti al monastero di Kirti, a Ngaba, nella provincia del Sichuan, parte del ‘Tibet storico’. Sul sito internazionale Studenti per un Tibet Libero (Sft) sono state anche pubblicate le macabre fotografie dei cadaveri di queste persone.

Da solo ha fermato una colonna di camion militari. Sempre dal Sichuan, arriva – riportata sul sito del Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia la storia di quello che potrebbe essere l’equivalente tibetano di Wang Weilin, lo studente che da solo fermò una colonna di carri armati a Piazza Tienanmen e che divenne il simbolo di quella protesta. Sabato scorso, Barchog Lopoe, maestro 37enne nel monastero di Nyingma, a Lithang, si è piazzato in mezzo alla strada per fermare una colonna di camion dell’esercito cinese che stavano attraversando la città, urlando “Tibet libero!” e “Lunga vita al Dalai Lama!”. A lui si sono subito unite decine di persone. Barchog è stato immediatamente arrestato dai militari, ma pare sia stato rilasciato la sera stessa su pressione di nuove proteste popolari.
Altri 19 morti nel Gansu. Grande manifestazione nel Sichuan. Oggi, all’indomani della scadenza dell’ultimatum cinese, la situazione a Lhasa rimane calma, ma la polizia cinese, secondo Radio Free Asia cinese starebbe continuando a compiere raid casa per casa, arrestando decine di tibetani.
A Dharamsala, in India, il portavoce del governo tibetano in esilio, Thubten Samphel, ha dichiarato ai giornalisti che oggi sarebbero stati uccisi altri 19 tibetani in nuove proteste a Machu, nel Gansu, portando così a 99 il bilancio delle vittime secondo gli indipendentisti.
Secondo il sito del Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia, altre proteste sono avenute questa mattina a Kanlho e ad Amdo Bora, sempre nel Gansu, dove centinaia di monaci hanno sfilato scandendo slogan indipendentisti prima di essere dispersi dalla polizia.
La stessa fonte ha riferito che nel pomeriggio la polzia cinese ha disperso una manifestazione di migliaia di tibetanti a Kardze, nel Sichuan.


Peacereporter

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