13.6.08

Riservatezza? Privacy?



"Mastice culturale". Di questo si è servita la maggioranza per inventarsi il nuovo disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche.Nessuno come noi può dirsi attento al rispetto dei diritti umani. E il diritto alla riservatezza (privacy, abbiam bisogno di chiamarla) è certamente un diritto importante.
Ma per una volta ci tocca dare ragione a Veltroni, che suggerisce al governo Berlusconi di occuparsi dello stato di povertà in cui versa gran parte dell'Italia. Ma siccome ci sono voluti Di Pietro prima e la Lega poi per attirare l'attenzione sulla porcata che la maggioranzza stava progettando, abbiamo il sospetto che le parole del segretario del Pd siano un tantino strumentali: non abbiamo sentito strali contro il disegno di legge sulle intercettazioni che il governo ha varato, da parte del Partito democratico, che come molte inchieste giudiziarie ci dicono ha anche lui, come il primo ministro, i suoi scheletri nell'armadio da tener nascosti.
Porcata, abbiamo detto. Raramente si è usata questa parola su PeaceReporter. E forse ancor più raramente PeaceReporter è intervenuta su vicende italiane. Ma quando è troppo, è troppo.
Non è certo per difendere la casta dei giornalisti (dove spariscono l'Ordine e il sindacato quando serve di sentire una voce?), che con quella della politica è assai collusa, che si definisce questo decreto legge una porcata. Ma pensare ad una pena fino a tre anni ( commutabile in sanzione amministrativa da centomila euro) per chi esercita il sacrosanto diritto di cronaca è davvero follia.
La riservatezza è un diritto. Ma non è un diritto universale: un politico, un amministratore, chiunque si occupi di cose che hanno a che fare con la pubblica amministrazione, i nostri quattrini, perde nelle sue funzioni il diritto alla riservatezza. Anzi ha il dovere della trasparenza, così come un cronista ha il dovere della cronaca.
Chi compie un reato o un abuso perde il diritto alla riservatezza. Ed è un sacrosanto diritto dei cittadini, invece, quello di sapere cosa accade nel mondo.
"Mastice culturale". Sembrerebbe invece vischio per piccioni. E i piccioni siamo noi. Che da troppi anni siamo spettatori sordi, muti e soprattutto inerti di una sempre più grave erosione della nostra democrazia. Dello Stato. Dei diritti dei cittadini.
Si militarizza il territorio (oggi le discariche, domani la Tav, poi sarà la volta del ponte sullo Stretto e magari arriveremo alla militarizzazione di ogni "adunata sediziosa"), si rende la scuola e la salute una merce. Anzi la salute la si cancella, perché non merita un ministero, ci penseranno le cliniche private a curarci tutti. Tutti quelli con l'assicurazione o con i soldi per pagare, almeno.

Non sono porcate, queste?



Maso Notarianni per Peacereporter

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