15.7.08

Processo Bolzaneto


Dopo dodici ore di camera di consiglio, e dopo sette anni di bugie ed omertà, è arrivata la sentenza del Tribunale di Genova per le violenze delle forze dell'ordine nella caserma Bolzaneto contro le centinaia di manifestanti lì trasferiti. Quindici sono le condanne, trenta le assoluzioni. I pm Patrizia Petruziello e Vittorio Ranieri Miniati, nella loro requisitoria, avevano chiesto 76 anni, 4 mesi e 20 giorni di carcere per 44 dei 45 imputati: ne sono arrivati solo 24 di anni, da un minimo di 5 mesi ad un massimo di 5 anni.
Alessandro Perugini, l'ex numero 2 della Digos genovese, è stato condannato a 2 anni e 4 mesi. Un altro vice-questore genovese, Anna Poggi, è stato condannato a 2 anni e 4 mesi. Giacomo Toccafondi, il medico coordinatore del servizio sanitario a Bolzaneto, ha subito una condanna ad un anno e 2 mesi. Antonio Gugliotta, l'ispettore di polizia penitenziaria responsabile di Bolzaneto è stato condannato a cinque anni. Condannato l'agente Massimo Pigozzi con tre anni e due mesi, resosi protagonista della lacerazione della mano di un ragazzo arrestato.
Un processo viziato da tante variabili, dai tentativi di depistaggio ai vuoti della legislazione italiana, dall'impossibilità di identificare tutti i torturatori in divisa alla reale consistenza del processo. Perchè se da una parte è vero che le condanne non verranno eseguite, e questo si sapeva da mesi visti i ritardi ed i rallentamenti, è insindacabile che lo Stato sia stato costretto a riconoscere le "magagne" dei suoi tutori dell'ordine. La prescrizione arriverà con gennaio 2009, dato che i gradi del processo non sono ancora conclusi. La corte ha ritenuto inoltre, data l'inesistenza del reato di tortura, di non comminare le aggravanti di crudenltà e motivi abietti e futuli, riconoscendo però l'abuso e le violenze.

L'impunità e l'intoccabilità delle forze dell'ordine non si scopre oggi, questo processo non cambia il corso delle cose, viste le promozioni e l'innominabilità di diversi personaggi che fecero da registi a queste dinamiche cilene, quindi racchiudenti non solo Bolzaneto ma il sistema repressivo del G8 in generale.

Per coloro che subirono le violenze c'è almeno il risarcimento che lo Stato sarà costretto ad elargire: i casi di violenza accertati e portati in giudizio sono stati 209, il che significherà quindici milioni di euro di rimborso, settantamila euro per ogni manifestante. Nota di colore potrebbe essere quella conseguente alle scuse portate dall'Avvocatura dello Stato ai manifestanti incarcerati durante il G8 genovese: potrebbero essere le singole forze dell'ordine condannate a rimborsare il denaro, visto che, a detta dell'Avvocatura, "è venuto meno il nesso organico" con la categoria forze dell'ordine, sembra che siano iniziati già pignoramenti di case e stipendi.

Resta l'altro nodo importante del processo dell'irruzione nella scuola Diaz, la cui sentenza è attesa per la fine dell'anno, la quale si prospetta come ugualmente imbarazzante per le forze dell'ordine, viste l'enormità di prove accumulate contro poliziotti e carabinieri, dal falso delle molotov ai segni del "macello messicano" sulle pareti e sui termosifoni.



Per ora il processo Bolzaneto ha avuto compimento, confermando che quel che accadde in caserma fu una barbarie illeggittima, condannando con una sentenza mite quindici uomini dello Stato, il che conferma comunque il diverso metro di giudizio rispetto a fatti che se visti con un minimo di lucidità dovrebbero registrare l'opposto: per chi si oppose nelle piazze secoli di galera e per chi torturò e uccise condanne vuote.


A sette anni dal G8 di Genova, con Carlo nel cuore.



Fonte: Infoaut

2 commenti:

Anonimo ha detto...

vergogna...solo questo...
hai mai visto il film
"la notte delle matite spezzate"?

Aride ha detto...

Purtroppo non ho mai visto il film che hai citato.....
Concordo con il termine VERGOGNA... e devo dire che sei stata molto diplomatica.
Ciao.