Il j'accuse dell'arcivescovo.
La commissione ha potuto svolgere la sua inchiesta solo molto tempo dopo i fatti, in quanto l'arcivescovo Tutu e il suo staff hanno atteso diciotto mesi per ottenere il visto d'ingresso che le autorità israeliane gli negavano. Solo a maggio scorso è stato possibile per gli investigatori dell'Onu recarsi a Beit Hanoun e raccogliere le testimonianze. Tutu e gli altri funzionari vennero lasciati passare dal confine egiziano della Striscia e, per tre giorni, visitarono la casa della famiglia Athamna, intervistarono i vicini e tutti coloro che hanno assistito all'attacco. Subito dopo la commissione voleva recarsi in Israele, per raccogliere la versione dei vertici militari, ma non gli venne concesso. Resta la versione dei fatti fornita all'epoca, secondo cui i colpi che hanno distrutto la casa della famiglia Athamna sono stati ''sparati per sbaglio, a causa di un errore del sistema di lancio di una batteria''. Nessuna inchiesta interna, né civile né militare, ha mai avuto luogo in Israele. Il rapporto presentato ai 47 membri del Consiglio lo specifica, denunciando la scarsa collaborazione delle autorità di Tel Aviv e chiarendo, nel giudizio della commissione d'inchiesta, che ''il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza verso i civili israeliani, per quanto deprecabile, non giustifica una reazione di tale violenza''.
Crimine o errore?
La commissione, nelle sue conclusioni, ha chiesto che vengano risarcite le vittime e che i superstiti vengano sostenuti con terapie psicologiche a spese del governo israeliano, al quale viene anche chiesto di costruire un memoriale in onore della famiglia Athamna. I membri sopravvissuti della famiglia, per ora, hanno ricevuto solo una sovvenzione dall'Autorità Nazionale palestinese di 50 dollari per ogni vittima.
Non si è fatta attendere la risposta del governo di Tel Aviv. Aharon Leshno-Yaar, ambasciatore israeliano presso il Consiglio, ha dichiarato che il rapporto è ''l'ennesimo prodotto deplorevole del Consiglio per i Diritti Umani, come deplorevole è stata la nomina stessa della commissione d'inchiesta. Si è trattato di un incidente e questo rapporto è una legittimazione implicita di Hamas, che non aiuta i palestinesi e gli israeliani nel loro cammino sulla via della pace''.
Magari il rapporto non aiuterà a raggiungere la pace, così come non basterebbe la condanna d'Israele per questo episodio a fare giustizia delle migliaia di vittime civili del conflitto, ma potrebbe almeno dare giustizia alla famiglia Athamna.
Fonte: Peacereporter
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