15.12.08

Una battaglia di libertà





'Una battaglia di liberta''' della quale sara' informato il prossimo Consiglio dei ministri e il premier, Silvio Berlusconi. In ogni caso bisogna ''obbedire'' alla sentenza della Corte di Giustizia Ue. Il ministro per la Funzione Pubblica Renato Brunetta va avanti sulla necessita' di unificare l'eta' pensionabile a 65 anni per uomini e donne nel pubblico impiego.

E spiega - intervenendo a 'Brunetta della domenica' su Rtl - che non si tratta di una scelta, ma che bisogna appunto ''obbedire'' alla sentenza della Corte di Giustizia Ue che impone all'Italia di superare questa differenza. Una sentenza che ''comunque condivido'' dice il ministro. Il giorno dopo le polemiche che hanno accolto la sua esternazione resa durante un convegno a Stresa il ministro risponde cosi' ai critici. Innanzitutto il collega di Governo, il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, che parlando dell'idea del ministro l'aveva liquidata con una battuta (''Brunetto-scherzetto''): ''Calderoli e' un simpaticone, una persona intelligente, - risponde Brunetta - ma probabilmente non ha studiato il dossier''.

Il ministro poi punta il dito contro i suoi critici e in particolare contro ''la sinistra sindacale che perde questa occasione per una battaglia di liberta', uguaglianza e pari opportunita''' e che invece ''difende posizioni ipocrite, insopportabili''. Ma anche parte della destra - dice quando gli si fa notare la contrarieta' espressa dal segretario dell'Ugl, Renata Polverini - ''si arrocca su posizioni conservatrici''. Brunetta risponde anche al numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani: ''si studi bene il dossier. Io l'ho fatto perche' sono una persona seria e quando dico le cose, e questo lo dico anche a Calderoli, lo dico perche' ho studiato il dossier che e' di mia competenza. Studiatevi i dossier, signori miei che parlate!''. Il ministro torna poi a parlare piu' in dettaglio della sua posizione: ''non bisogna rispondere'' alla sentenza della Corte di Giustizia Ue ''ma obbedire''. E per far questo - ribadisce - ''c'e' gia' un comitato interministeriale all'opera''.

L'equiparazione dell'eta' pensionabile nel pubblico impiego, al di la' della sentenza europea, e' comunque - secondo il ministro - ''una battaglia di liberta'''. Non si tratta di ''mettere mano alla riforma delle pensioni - rassicura il ministro - che e' un tormentone che angoscia gli italiani, ma dobbiamo obbedire alla sentenza. Tutti sappiamo che le donne non fanno carriera , che hanno meno salario e che non arrivano ai vertici delle varie professioni'' e questo perche'svolgono un doppio o triplo ruolo (lavoratrici, madri, ecc). Lo Stato ''per tutta compensazione dice loro di andare in pensione prima, magari per accudire i nipoti o gli anziani perche' lo stesso Stato non fornisce i servizi necessari. Ma chi l'ha detto che le donne devono fare le badanti o le infermiere? - si chiede Brunetta - questa e' una battaglia di liberta'''.

Fonte: Ansa


PER CHI NON L'AVESSE CAPITO, BRUNETTA HA LETTO IL DOSSIER...... E CHI SE NE FREGA...... DEVE ANNA' A LAVORA'......

6 commenti:

Pierprandi ha detto...

"Ma chi l'ha detto che le donne devono fare le badanti o le infermiere?". Semplice lo ha detto lo stato italiano, che non fornisce i servizi necessari per permettere alla donne di concentrarsi sul lavoro a differenza degli altri stati europei.. Un saluto

Dario (Italianoallestero.com) ha detto...

Ho scritto un post al riguardo, e ho usato le parole di una bambina per spiegare il motivo del perché le donne devono fare le badanti o infermiere, purtroppo.
Ciao, Blogger

Marte ha detto...

Perchè la battaglia per la libertà non cominciate a combatterla fornendo alle donne quei servizi che le permetterebbero di non fare doppi e tripli lavori ammazzandosi di fatica?
Cominciate a creare le infrastrutture e i servizi sociali necessari e poi vedrete di come e cosa saranno capaci di fare le donne.

Non abbiamo bisogno certo bisogno di un ometto che venga a liberarci. Abbiamo bisogno di uno stato sociale efficente. Non di questo circo di nanetti.

Ivo Serenthà ha detto...

Sono in parte in disaccordo,in molte famiglie,ovviamente non in tutte,i lavori di casa,il crescere i figli vengono svolti dalle nuove generazioni in modo equo,con tutto ciò la volontà del ministro bonsai,è una visione parziale,innanzi tutto le pari opportunità di carriera nei posti di lavoro,le donne soffrono ancora su questo aspetto,i servizi sociali ad esempio,a cominciare dagli asilo nido e scuole materne,dove si fa fatica ad inserire i propri figli,quando ci saranno questi presupposti,si potranno ratificare le volontà della comunità europea a riguardo della parità dell'età pensionabile per entrambi i sessi.
Altrimenti si interpreta solo quel che fa comodo,e qui sono maestri su questo fattore.

Un saluto,Kenzo

Aride ha detto...

Un saluto a te Kenzo

Aride ha detto...

Io lo ripeto spesso...
Le donne sono meglio e basta....