11.5.09

Sri Lanka, un bagno di sangue

Sri lanka1 Il portavoce dell'Onu in Sri Lanka, Gordon Weiss, ha dichiarato a PeaceReporter che le Nazioni Unite giudicano "attendibili" le drammatiche notizie che parlano di centinaia di civili tamil uccisi nei bombardamenti governativi sulla 'Safe Zone' (a nord di Mullaitivu) iniziati sabato pomeriggio e tuttora in corso. Notizie diffuse dal dottor Shanmugaraj, responsabile sanitario governativo distrettuale rimasto ad assistere i civili tamil intrappolati dall'avanzata dell'esercito nel territorio in mano ai ribelli dell'Ltte.

Sri lanka2 L'Onu conferma le strage. "Consideriamo attendibili le informazioni che giungono dal dottor Shanmugaraj, che questa mattina ha aggiornato a 430 il numero dei civili arrivati tra ieri e oggi nell'ospedale da campo di Mullavaikkal, dichiarando che il bilancio potrebbe raggiungere addirittura i mille morti", ha detto Weiss. "Molti cadaveri non sono ancora stati recuperati, molti feriti non ce la faranno e i bombardamenti continuano. E' il bagno di sangue che noi delle Nazioni Unite avevamo previsto, chiedendo alle due parti di consentire l'accesso all'area dei combattimenti dove sono ancora intrappolati tra i 50 e i 100 mila civili. Abbiamo chiesto ai guerriglieri dell'Ltte di lasciar fuggire i civili, ma non lo hanno permesso. Abbiamo chiesto al governo di fermare i bombardamenti sui civili, ma non lo hanno fatto, nonostante la telefonata del nostro segretario generale al presidente Rajapakse".

La Croce Rossa non commenta. Molto più ‘diplomatica' la posizione della Croce Rossa Internazionale (Icrc) che, pur avendo ben trenta suoi medici locali nell'ospedale da campo di Mullavaikkal, non vuol dire nulla di quello che sta accadendo. "Non confermiamo né smentiamo le notizie apparse nelle ultime ore", dichiara a PeaceReporter Sarasi Wijeratne, portavoce dell'Icrc in Sri Lanka. "Il nostro personale sul posto è troppo impegnato per darci conto di quello che succede, per contare il numero dei morti. Possiamo solo dire che le vite di migliaia di civili continuano ad essere messe a rischio a causa dei combattimenti, ribadendo la necessità di proteggerli come previsto dal diritto umanitario internazionale. Per ora, l'unica cosa che possiamo fare e continuare a evacuare i feriti e a portare cibo e medicinali via mare: da quando abbiamo attivato il ponte navale, lo scorso 10 febbraio, abbiamo portato in salvo quasi 14 mila civili feriti e ammalati".

 

Fonte: Peacereporter

3 commenti:

Pierprandi ha detto...

Che atroce massacro..Ovviamente passato in sordina tra i media...A presto

Riccardo Di Palma ha detto...

Indignato. Non ho altro da aggiungere. Vergogna.

Elsa ha detto...

chi ha interesse a far emergere la voce della disperazione?
un massacro di là uno di quà...
a chi può interessare in un Italia così fortemente collusa, egoista, ed incapace di guardare oltre il proprio naso... inutile dirTi il disprezzo che mi anima verso ciò che è accaduto.
Elsa