8.7.09

Verità e Giustizia per Federico Aldrovandi

Federico Aldrovandi Egr. Signor Pontani ,

ho letto sui giornali di oggi che lei ha dichiarato che dormirà sonni tranquilli, “mentre altri no!”

a chi si riferisce sig. Pontani? a noi? Ai nostri avvocati Fabio e Riccardo??

Per quale motivo non dovremmo dormire sonni tranquilli? Forse perché io e mio marito non possiamo più avere con noi il nostro primogenito Federico?

Se è per questo lei ha perfettamente ragione. È dal 25 sett 2005 che  non riusciamo più a dormire “tranquilli” sig.Pontani. E’ da allora e così sarà per sempre!

O forse perché dobbiamo temere che ci possa accadere ancora dell’altro, come teme l’isp. Nicola Solito?

Non ci avete già fatto abbastanza male, anche negandoci il sacrosanto diritto di sapere?

Parli chiaro sig. pontani, ma forse non ne è proprio capace…lo sa fare solo al telefono quando si vanta di aver pestato di brutto mio figlio per mezz’ora mentre il suo cadavere giace ancora caldo vicino a lei.

Dico a tutti che nessuno ma dico nessuno osi insultare o minacciare i poliziotti condannati!!!! chi lo fa ci darà solo dolore e farà il loro triste gioco, e offenderà noi e Federico..la giustizia farà il suo corso..verità e giustizia per mio figlio.niente altro.

Trascrivo ora il testo della lettera di un altro poliziotto, Nicola Solito appunto, amico che ha visto crescere Federico e che per questo ha dovuto darci la notizia che i suoi superiori non hanno avuto il coraggio, o il senso di responsabilità, di darci.

Federico Aldrovandi2 “Carissimo Federico,

non avrei mai pensato di scriverti una lettera, ma oggi, come non mai, ne sento il bisogno.

Non sono mai stato bravo a scrivere delle lettere, perdonami per qualche strafalcione, per la punteggiatura e, come mi rimprovera qualcuno, per i congiuntivi, ma te la scrivo con le parole che mi escono dal più profondo del cuore.

Da quel maledetto 25 settembre non c’è notte e giorno che non ti penso, ho sempre davanti agli occhi quella tremenda immagine del tuo corpo senza vita.

Nonostante il lavoro che faccio, non ci si fa mai l’abitudine a certe scene e con te è stato devastante perchè ti conoscevo.

Da ragazzo ho sempre sognato di fare il poliziotto e quando finalmente ho indossato quella divisa sono stato l’uomo più felice del mondo. Sai bene quanto amo e come sono orgoglioso del mio lavoro, tant’è che per farlo al meglio ho deciso di farlo lontano dalla mia terra, questo, per non subire condizionamenti e qui a Ferrara mi sono circondato di pochissimi veri amici; sempre al di sopra delle parti, perchè è così che deve essere.

Quella mattina mi sono chiesto tante volte: perchè è toccato proprio a me…. e mentre andavo verso casa tua, cercavo di trovare le parole per come dirlo a tuo padre Lino, a tua mamma Patrizia, a tuo fratello Stefano.

Non c’è stato bisogno di parole…. dopo tanti anni di conoscenza e di amicizia… è bastato uno sguardo.

ho davanti agli occhi lo strazio di tuo padre che, inginocchiatosi davanti mi stringeva forte le gambe urlando: “Dimmi che non è vero Nicola…. dimmi che è uno dei tuoi scherzi…”

Sarebbe stato uno scherzo troppo crudele.

Tante volte quella mattina ho pregato Dio di essere ancora nel mio letto, che quello che stavo vivendo era un brutto sogno.

Purtroppo era vero.

Con i tuoi genitori abbiamo deciso di non vederci e frequentarci più per motivi di opportunità, perché non volevamo che qualcuno, nel vederci insieme, potesse pensare o credere chissà che cosa.

È stata una decisione sofferta ma opportuna.

Gli amici si vedono nel momento del bisogno e io non ho potuto stargli accanto.

Ho seguito l’evolversi della vicenda dalla televisione, da quello che scrivono i giornali, dal blog che ha creato la tua mamma.

Il tuo papà una volta mi ha chiesto che cosa avrei fatto se quella mattina ci fossi stato io sul posto.

Il tuo, era e doveva essere il più semplice degli interventi che una forza di polizia può affrontare e risolvere.

Quella mattina potevi essere chiunque, il figlio di chiunque, la persona più onesta o disonesta di questo mondo.

Quando ci si trova di fronte a una persona nelle condizioni in cui ti hanno descritto, la prima cosa da fare è chiamare un’autoambulanza con medico al seguito.

Nel frattempo si prova a dialogare con chi ti sta di fronte per cercare di calmarlo, di tranquillizzarlo. Se poi è violento o diventa violento ci si allontana, ci si chiude in macchina chiedendo rinforzi.

Una volta arrivato il medico, con questi si concorda su come intervenire. Di solito si immobilizza il soggetto e il medico pratica un’iniezione con del calmante.

C’era solo questo da fare e nient’altro, perche quello che è invece accaduto quella mattina e da quella mattina in poi è un incubo.

In tutto questo tempo ho dovuto fare i conti con me stesso e con tutto quello che mi circonda, da una parte l’uomo e dall’altra il poliziotto, perché io ero “l’amico” e per questo ho subito gratuitamente delle minacce, battute e commenti fuori luogo. Quante volte ho dovuto stringere i denti, fare finta di niente, fare finta di non aver sentito.

Sono fatti, eventi che ti segnano, ti sconvolgono radicalmente la vita, ti sfiancano, specialmente dopo la mia deposizione, quando qualcuno ti manda a dire: “Purtroppo l’onestà non paga mai!”, come se, nella vita ad un certo punto devi essere obbligato o forzato a fare delle scelte o a schierarti, perchè non hanno ancora capito che non si tratta di andare contro il “Sistema”, di fare il paladino della situazione.

Si tratta di essere uomini dalla testa ai piedi, perché io la mattina voglio guardarmi allo specchio e, la sera, quando vado a letto, devo e voglio dormire con la coscienza a posto.

Sono arrivato al punto di non avere più fiducia in nessuno, a non sapere più di chi fidarmi.

Ho scelto di continuare a essere onesto e sincero come lo sono sempre stato, perchè questo mi permette di camminare sempre a testa alta e a guardare in faccia chi mi sta di fronte, senza peli sulla lingua, a dire spietatamente sempre quello che penso e assumendomi sempre tutte le mie responsabilità.

Questo mi ha portato ad allontanare inconsciamente e volutamente le persone a cui voglio bene, le persone che amo, per paura che, quanto mi è accaduto e mi sta accadendo, che le mie scelte, possano di riflesso e in qualche modo arrecargli del danno, del male, che possano subire delle rivalse, delle ripicche.

Gente che è arrivata a fare quello che ha fatto è capace di tutto.

Sai Federico, sono tanto cambiato, non sono più il Nicola di una volta, quello che rideva, che scherzava, sempre pronto a fare delle buone  e sane pazzie, quello che ha sempre detto: “la vita va presa per il c….!”.

Questa mattina, per la sentenza, come quella maledetta mattina del 25 settembre, sono e mi sento solo e da solo ho deciso di essere al fianco di tuo padre Lino, di tua madre Patrizia, di tuo fratello Stefano.

La sentenza, non mi interessa, qualunque essa sia.

Da oggi in poi, mi interessa solo tornare a stare al fianco dei tuoi genitori e di Stefano, perché l’AMICIZIA, come l’AMORE e come altri e veri nobili sentimenti che non accettano condizioni, non possono e non verranno mai scalfiti da qualsiasi strategia, disgrazia, da qualsiasi evento.

I tuoi genitori sono affamati di verità e giustizia e spero tanto che trovino delle risposte ai loro perché, che trovino un po’ di pace, di tranquillità, perché perdere un figlio è inumano, è contro-natura e come poliziotto ti chiedo perdono per tutto quello che ti hanno fatto.

Niente e nessuno potrà riportarti in vita, mi auguro che quanto successo ci serva a migliorare ancora di più, a cambiare il mondo di tutti i giorni, specialmente le coscienze degli uomini che, qualunque cosa essi facciano o dicano, si comportino con umanità, umiltà, coscienza, dignità, lealtà, onestà, rispetto, onore, perché nessuno possa mai più pensare o possa permettersi di dire: “l’onestà non paga mai!”.

Sinceramente non so come saranno per me i prossimi giorni, mi auguro e spero di trovare anch’io un po’ di pace, di serenità, di tranquillità, di ritrovare il mio “senso della vita”.

Ti voglio bene.

Un bacio

Nicola”

 

Fonte: Federico Aldrovandi

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ti ho inviato la richiesta di amicizia su Facebook. Ti saluto

Aride ha detto...

@fabrax: amicizia accettata naturalmente. Grazie mille.

Andrea De Luca ha detto...

giustizia per federico

Anonimo ha detto...

ti abbraccio, con orgoglio,
sono tanto più vecchia di te ma mi hai dato gioia e commozione

Aride ha detto...

@Anonimo: contraccambio l'abbraccio.... Grazie davvero...