29.1.06

Caso Aldrovandi: il punto

A Ferrara i giornali locali oscurano oggi (26 gennaio ’06) ogni notizia sulla vicenda Aldrovandi con quella della lettera minatoria indirizzata al procuratore della repubblica Messina: due cartucce vuote – vuote! – da caccia in una busta spedita per posta. Solidarietà al procuratore dalla cittadinanza tutta e pagine intere di cronaca locale dedicate ad una non-notizia, mentre il radunarsi spontaneo di circa trecento persone per manifestare il desiderio di verità e giustizia – la fiaccolata si è svolta il 25 gennaio sera - viene relegato in due misere colonne, taglio basso, e commentato come un altro passo verso “l’escalation delle accuse”! (Resto del Carlino).

Qual è lo stato attuale della vicenda’

1) Federico Aldrovandi, 18 anni, è morto all’alba del 25 settembre 2005, ammanettato e sotto “custodia” di agenti della polizia di stato;
2) A quattro mesi da quel fatto gli esami dell’autopsia non sono ancora noti e i periti hanno richiesto una proroga a fine febbraio; anticipazioni parziali sono state fornite dalla procura per escludere (!!!???)ogni legame di causa effetto tra azione degli agenti e la morte del diciottenne;
3) Nessuno è stato raggiunto da avviso di garanzia – lamentano gli avvocati della famiglia Aldrovandi – e questo non può che andare a detrimento di una chiusura celere delle indagini;
4) Le indagini sono state affidate alla polizia di stato, benché nelle circostanza si può supporre che se qualche responsabilità vi sia, essa potrebbe essere imputata ad agenti della polizia di stato stessa;
5) Per oltre due mesi nessuno ha raccolto le testimonianze degli operatori del 118 che sono intervenuti quella mattina in soccorso del ragazzo ammanettato e a terra (già morto o morente?);
6) Il ministro Giovanardi, nel riferire in Parlamento, ha citato una chiamata ai carabinieri nella mattina del 25 settembre che li invitava ad intervenire perché ci sarebbe stato “uno che sbatte la testa contro un palo”: la parole tra virgolette riferite dal ministro (19 gennaio 2006) non risulterebbero nella telefonata alle forze dell’ordine. O il ministro se l’è inventate o chi ha fornito le informazioni al ministro ha inserito una informazione falsa. Nell’uno e nell’altro caso è evidente la gravità della cosa.
7) Il telefonino del ragazzo da subito è stato nelle mani delle forze dell’ordine, ma la famiglia è stata avvisata oltre cinque ore dopo la morte del ragazzo;
8) Nel primo mattino del 25 settembre agenti di polizia hanno suonato tutti i campanelli delle case che si affacciano sulla via in cui è avvenuto il fatto e con tono “arrogante” (testimonianza rilasciata alla trasmissione Chi l’ha visto? ) avrebbero chiesto informazioni sull’accaduto;
9) Un manganello o addirittura due dei tutori dell’ordine intervenuti risulterebbero spezzati;
10) Alcuni agenti avrebbero richiesto le cure per ferite lievi riportate quella mattina (notizia apparsa e poi immediatamente taciuta nei giorni immediatamente successivi al 25 settembre),
11) Gli indumenti indossati da Federico quel giorno sono zuppi del suo sangue;
12) Un agente attualmente addetto alle indagini sarebbe legato sentimentalmente con una degli agenti intervenuti il 25 settembre;
13) Nessuna testimonianza diretta è stata rilasciata da abitanti della via circa ciò che sarebbe avvenuto quella mattina; nessuno ha visto o sentito, benché qualcuno abbia chiamato le forze dell’ordine;
14) NON RISULTA CHE IN ITALIA I DIRITTI DEI CITTADINI SIANO SOSPESI: IN NESSUN CASO ED IN NESSUNA CIRCOSTANZA.

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