29.1.06

Mercenari sottocosto

Che ci fanno peruviani e nicaraguensi (ma anche honduregni e cileni), armati fino ai denti, in Iraq e Afghanistan? La risposta non è difficile: sono gli uomini ingaggiati da alcune aziende statunitensi, in particolar modo due, la 3D Global Solutions e la sua filiale peruviana Triple Canopy, per fare i contractors, gli agenti dediti alla sicurezza di cose o persone, nelle guerre in atto in medioriente. La crescente difficoltà economica nella quale si trovano i paesi dell’America Centrale e Meridionale, ha fornito terreno fertile alle agenzie Usa che selezionano mercenari. Perché di questo si tratta: sono uomini pagati per andare a combattere una guerra che non è la loro.
1000 dollari al mese. E’ questa la cifra che guadagna un contractors peruviano o nicaraguense in Iraq o Afghanistan. Una cifra spropositata se si considera che nei loro paesi il livello di povertà è tale da causare la morte per fame, e che più della metà della popolazione (almeno in Perù), vive con meno di due dollari al giorno.
E allora via, alla guerra, con la speranza di non morire e con la possibilità di riuscire a mandare un po’ di denaro a casa. Perché secondo il contratto firmato, lo stipendio viene direttamente spedito alle famiglie del reclutato, al quale vengono regolarmente forniti vitto e alloggio. Ma all’interno del contratto sono citate anche le cifre per le indennità in caso di ferite importanti. Si passa dai 12.500 dollari Usa previsti in caso di perdita di un dito del piede agli oltre 243mila in caso di amputazione di un braccio. Non si conosce però la cifra stabilita in caso di morte del contractor.

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