6.6.06

La punta dell'iceberg

La ricostruzione della strage di Haditha ha lasciato senza parole solo coloro che, nonostante tutto, ancora si ostinano a guardare all’occupazione dell’Iraq come una missione di pace. Non è mai stato così e Haditha rappresenta solo l’ultima stazione di un calvario al quale la popolazione civile irachena è sottoposta dal 2003.
Donne, vecchi e bambini: 42.346 vittime civili dal 2003 a oggi. Morti nel massacro quotidiano che oppone i guerriglieri alle forze della Coalizione, ma la grande differenza sta nel fatto che il presupposto che dovrebbe tenere assieme tutta l’avventura irachena è la differenza tra i terroristi, come venivano fino a qualche tempo fa chiamati tutti coloro che si opponevano alla presenza di truppe straniere in Iraq, e le regolari forze armate di un paese democratico. E’ per questo motivo che la retorica di coloro che sono stati e sono ancora a favore di un intervento militare in Iraq è inaccettabile. Secondo la ricostruzione di una Commissione d’inchiesta del Congresso Usa, un'unità dei marines uccise a sangue freddo 30 civili iracheni nel 2005, nella città di Haditha per vendicarsi della morte di un commilitone e poi diedero ai comandanti un resoconto falsato. Dopo lo sgomento che suscita una notizia di questo genere, sono due le considerazioni a freddo che emergono: la prima è che la strage di civili di Haditha non è l’unico episodio di barbarie delle forze di occupazione sui civili iracheni e la seconda è che questa barbarie non deve stupire, perché è la guerra stessa uno strumento di barbarie.

Tratto da Peacereporter


E come dimenticare le stragi di Falluja (con il fosforo bianco) ed Abu Ghraib (con gli abusi e le violenze da parte dei militari occupanti)????

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