2.12.07

Sri Lanka e tigri tamil






L’escalation della guerra civile tra singalesi e tamil non conosce limiti. Lo Sri Lanka sprofonda ogni giorno di più in una spirale di attacchi e rappresaglie di cui sono i civili a farne le spese: solo negli ultimi giorni ne sono morti oltre quaranta - tra cui undici bambini - vittime di attacchi e attentati di entrambe le parti. Migliaia di civili fuggono dai combattimenti e dagli attacchi aerei sempre più intensi nel nord dell’isola, mentre il governo di Colombo, ignorando gli appelli al dialogo che giungono anche dagli Usa, annuncia: “Bombarderemo fino a sradicare il terrorismo”.
Martedì scorso i jet dell’aeronautica militare hanno bombardato la sede della stazione radiofonica dei ribelli tamil nel distretto di Kilinochchi, uccidendo nove civili tra giornalisti e tecnici. Nelle stesse ore e nella stessa zona, una bomba radiocomandata azionata dalle forze speciali dell’esercito ha fatto saltare in aria un pulmino su cui viaggiavano undici bambini tamil: tutti morti, assieme alla loro maestra e all’autista.
Il giorno dopo, mercoledì, la rappresaglia: una bomba piazzata dai ribelli esplode in un popolare negozio di abbigliamento alla periferia della capitale Colombo: muoiono undici civili singalesi. Nelle stesse ore una ‘tigre nera’, una kamikaze tamil, si è fatta esplodere nel pieno centro della città, davanti all’ufficio di un ministro.
Immediata la contro-rappresaglia delle forze governative: tra la serata di mercoledì e quella di giovedì l’esercito e l’aviazione hanno attaccato su tutti i fronti del nord, uccidendo almeno ventotto presunti guerriglieri dell’Ltte.
Nelle scorse settimane il delegato della Croce rossa internazionale a Colombo, Toon Vandehove, aveva lanciato l’allarme sfollati, dicendo che l’intensificarsi degli scontri armati e dei bombardamenti aerei nei distretti settentrionali dell’isola stanno provocando la fuga di migliaia di persone: negli ultimi tre mesi almeno 22 mila civili tamil hanno lasciato i villaggi del nord per cercare rifugio al sud. In aumento, secondo la croce rossa, anche il numero di sfollati che rimangono nella zona di conflitto: oltre 11 mila nel solo distretto di Mannar.
Negli ultimi giorni, Nazioni Unite, Unione Europea e Stati Uniti d’America hanno condannato il crescente numero di civili coinvolti nel conflitto, e gli Usa – tramite la loro ambasciata a Colombo – hanno chiesto la ripresa del negoziato: “Chiediamo a tutti i cittadini dello Sri Lanka di lavorare per l’obiettivo di un’equa soluzione politica del conflitto: la via d’uscita dall’attuale ciclo di crescente violenza non è quella militare”.
Inequivocabile la risposta del primo ministro del governo di Colombo, Ratnasiri Wickramanayake: “Continueremo a bombardare fino a quando il terrorismo non sarà sradicato”.

Peacereporter


COME SEMPRE SONO I CIVILI LE PRINCIPALI VITTIME DELLA CRUDELTA' DELLE GUERRE E DELL'OTTUSITA' DI GOVERNANTI GUERRAFONDAI SENZA SCRUPOLI!!!







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