1.11.08

Disobbedienza civile


La vispa Mariastella, nota pure come Beata Ignoranza, ha fatto il miracolo. Venerdì 30 ottobre Roma ricordava la città del 15 febbraio 2003, quando tre milioni di persone parteciparono non a un corteo contro la guerra in Iraq, ma a decine di cortei, che dilagarono ovunque. Stavolta c'era un po' meno gente, ma nelle stesse ore giganteschi cortei si sono fatti in decine di città italiane. E che cortei: insegnanti e maestre, genitori e lavoratori della scuola e bambini delle elementari, studenti medi e universitari, a Torino c'erano metalmeccanici, dopo che studenti – non succedeva da decenni – erano andati a distribuire volantini a Mirafiori, accolti con abbracci dagli operai. Il miracolo è aver sommato di colpo tutta la scuola e tutti i dintorni, rendendo la formazione – in modo evidente come non era mai stato – un bene di tutti.


Può essere – ce lo auguriamo – che Beata farà un altro miracolo. Spingere a disobbedire a leggi ingiuste. Se il decreto sul «maestro unico» è stato approvato da un senato la cui maggioranza non rappresenta che i sondaggi e il marketing elettorale, allora è necessario – e si può – disobbedire. Mantenere il tempo pieno e il maestro non unico, facendo sì che lo straordinario affetto che la lotta di maestre e maestri ha suscitato nelle città diventi sostegno pratico: comuni, Province e Regioni possono essere spinti a finanziare quel che il governo vuole distruggere [il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, ad esempio, ha annunciato di essere pronto a disobbedire a quella legge], la cooperazione sociale, associazioni e reti che lavorano con il mondo della scuola possono accompagnare gli insegnanti nel mantenimento della didattica e delle ore attuali. Se lo Stato finanzia le banche, la società sosterrà le scuole elementari. Per cominciare.




Per questo Carta propone ad amministratori di enti locali di raccontarci cosa possono fare per proporre da subito interventi alternativi alla «riforma» Gelimini.


Anche ad associazioni, cooperative, reti sociali che lavorano nelle scuola chiediamo cosa possono fare e cosa hanno cominciato a fare per disobbedire.


Infine, a scuole, docenti e genitori chiediamo da dove potrebbe cominciare immediatamente e in quali forme la disobbedienza civile di istituzioni e organizzazioni sociali territoriali in grado di sostenere la loro lotta.


Fonte: Carta


DISOBBEDISCO!!!



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