6.12.08

Torino, 5000 in piazza per non dimenticare




Partecipatissimo il corteo mattutino per ricordare i 7 operai bruciati vivi un anno fa nell'inferno-Thyssen. Molte le delegazioni proveniente da fuori città: da Casale coi familiari delle vittime dell'Amianto, da Terni con pullman autorganizzati dai lavoratori della Thyssen e dagli ultras della Ternana, dall'Ilva di Taranto, da Bergamo, da Porto Marghera, da Milano e da molte altre città grandi e piccole del paese. Tutt* uniti dallae parole d'ordine della manifestazione: "Basta morti sul lavoro!", "Imputata è la produzione!".

In testa al corteo - organizzato dall'associazione Legami d'acciaio e dalla Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro - ci sono i familiari di quattro delle sette vittime (Rodino', De Masi, Santino e Scola) che poco prima dell'inizio della manifestazione sono stati in delegazione all'albero ''Totem'', di fronte dello stabilimento da cui e' partita la manifestazione, che ricorda gli operai morti. Numerosi gli striscioni:''Basta morti sul lavoro per i profitti dei padroni'' e ''Padroni assassini', "Di scuola e di lavoro non si può morire. Da Rivoli alla Thyssen per non dimenticare".

Presente anche Giorgio Cremaschi, responsabile per la Salute e sicurezza della Fiom, che ha denunciato i recenti tentativi di peggioramento delle condizioni lavorative operato da Confindustria e governo: "Il Testo Unico sulla sicurezza del lavoro è un lascito della strage della Thyssen: modificarlo è una offesa alle vittime di quel tragico incidente". E ancora: "il meccanismo infernale che ha portato alla strage della ThyssenKrupp funziona ancora. Non dimentichiamoci che con la crisi la prima cosa che salta sono proprio sono gli investimenti per la sicurezza sul lavoro".

Quattro delel 7 famiglie hanno partecipato anche all'organizzazione della giornata. Tra di loro va segnalata la presenza forte del padre di Bruno Santino, faccia che incarnò lo scorso anno il dolore dei familiari durante il corteo indetto subito dopo la strage. Fiero e poco incline a lasciare troppe interviste ai giornalisti che lo insidiavano, è rimasto fino all'ultimo intervento, scandendo parole che pesano: "Non è cambiato nulla, c'é sempre stata rabbia. Tanta rabbia e una sola parola: assassini, assassini, assassini".

Il corteo si è concluso di fronte al Palazzo di Giustizia con numerosi interventi di organizzatori e aderenti alla manifestazione con una proposta: trasformare il 6 dicembre in giornata nazionale di lotta contro le morti sul lavoro e per la sicurezza sui luoghi del lavoro. E un minuto di silenzio per ricordare le 7 vittime della strage: Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rocco Marzo, Bruno Santino, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi.

Fonte: Infoaut


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