Una verità comunque esiste. Quella strage, fu una strage fascista. E non ci riferiamo al probabile attentatore ma alle modalità. Luogo, tempo, e finalità sono fasciste. Rispetto a questo concetto poco cambia se la mano è quella dei Nar, dei servizi segreti, della Cia o altro.
Tempo, luoghi e modalità. Sabato 2 agosto milioni di lavoratori e proletari sono in transito su treni e autostrade di tutta Italia per le ferie estive. Ore 10,25 una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo delle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe dove si trovavano gli uffici dell'azienda di ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario. Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città diverse italiane e straniere. Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti.
Finalità. La strage ha l'obiettivo di continuare la Strategia della Tensione iniziata nei decenni precedenti e conclusasi il 23 dicembre 1984, antivigilia di Natale, con l'attentato al treno rapido 904 in cui 17 persone persero la vita e oltre 260 rimasero ferite.
Per cui tempi, modalità e finalità è inutile ripeterlo sono certamente fasciste e da questa unica certezza dobbiamo continuare a costruire una memoria della strage. Perché il problema che si apre adesso è quello del ricordo e della memoria.
Ricordo e memoria che in primis nella stessa città di Bologna stanno andando perduti. Perché purtroppo su questa strage e quei corpi, nella città simbolo del PCI si è costruito retorica e opportunità politica. Senza mai cercare di avviare controinchieste solide che sarebbero state utili alla città ad orientare l'opinione pubblica verso una domanda di verità e di giustizia, di fronte ad una magistratura che per forza di cose non poteva certo mettere sotto accusa le istituzioni di cui facevano parte i servizi segreti, i cui depistaggi sulla strage sono dati certi.
Ma la verità di cui il Partito Comunista e i suoi successori si sono sempre accontentati è stata quella di propaganda che gli ha permesso su quella strage di ricostruire una rilettura degli anni '70 e sugli opposti estremismi in cui lo stato non ne era partecipe.
Quindi le polemiche politiche sui mandanti. Le miriadi di possibili ipotesi scritte sui giornali in questi 29 anni. L'analizzare la vicenda slegandola dalle altre stragi di stato/fasciste degli anni settanta. Il non riconoscere le piccole certezze che si avevano. Sono tutti gli ingredienti che hanno permesso di costruire intorno alla vicenda una nube che ne offusca tutt'oggi il ricordo. E che fa dire in un sondaggio di qualche anno fa al 21,7 % degli studenti bolognesi che l'attentato è da attribuirsi alle Brigate Rosse.
Per cui chiunque tutt'oggi fra le forze istituzionali e sociali continua a rammaricarsi per una giustizia non ancora data e tutt'altro che vicina, e per una memoria ormai perduta deve comunque chiedersi se in tutto questo non ci siano anche proprie responsabilità.
Per concludere, a sostegno dell'ipotesi che sugli 85 morti e 200 feriti del 2 Agosto 1980 si è continuato da destra e sinistra a fare propaganda politica inseriamo le vicende di questi ultimi giorni. Il governo Berlusconi sempre in prima fila in tutte le sue legislature contro il terrorismo, sta permettendo all'Inpdap, l'istituto di previdenza dei dipendenti pubblici, di revocare le pensioni di invalidità per i feriti della strage.
Fonte: Infoaut
NON DIMENTICHIAMO!!!
2 commenti:
Non dimentico e, come te, so.
Bellissimo post, complimenti.
Blogger
@Blogger: grazie per i complimenti, ma soprattutto grazie per essere tra quelli che sanno e non dimenticano.
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